Elisoccorso notturno: costi ingenti, soccorsi lenti

L’elisoccorso notturno è stato attivato in Friuli Venezia Giulia l’1 febbraio 2018. Il bilancio del primo bimestre di attività risulta assai preoccupante: i dati indicano un allungamento molto sensibile dei tempi di soccorso a fronte di costi molto elevati.
 
Citiamo come esempio concreto l’ultimo intervento eseguito dall’eliambulanza notturna: venerdì 30 marzo, alle ore 19 la Centrale 118 attiva l’elisoccorso per il trasporto di un paziente critico dall’ospedale di Gorizia a quello di Udine. Il paziente arriva all’ospedale di Udine alle ore 21.30. Ci sono volute due ore e mezza per trasportare un malato critico da Gorizia a Udine. L’autoambulanza ci avrebbe messo circa 40 minuti, e con un costo di qualche centinaio di euro a fronte dei 70.000 euro spesi per il volo in questione.
 
L’elisoccorso notturno costa infatti circa 10.000 euro per notte, che voli o che non voli; nel primo bimestre di attività ha eseguito 8 interventi. Quindi un costo medio di 70.000 euro a intervento. Degli 8 interventi quattro sono stati trasporti tra ospedale e ospedale, tra cui quello sopra citato. In tre casi si è trattato di soccorsi a persone traumatizzate e in tutti tre casi i tempi di ospedalizzazione sono stati assai più lunghi di quelli che avrebbe impiegato un’autoambulanza.
 
Un altro esempio: 11 febbraio, intervento per la caduta di una persona dal secondo piano a Maniago. Ora della telefonata al 112: 01.00; arrivo all’ Ospedale di Udine: 03.30. In totale 2 ore e 30 minuti. Il target dista 45 km dall’ospedale di Udine quindi usando l’autoambulanza si sarebbe risparmiata almeno un’ora (che per un politrauma non è poco).
 
La normativa nazionale, D.M. 2 aprile 2015 n. 70, prevede che l’elisoccorso sia integrativo e mai sostitutivo dei mezzi di terra. La Giunta regionale non ne ha tenuto conto e così il numero di mezzi di soccorso avanzato è rimasto esiguo e vaste aree montane, l’intero alto Friuli e la Carnia, risultano completamente scoperte di automedica, in quanto sostituita dall’eliambulanza.
 
Il Piano dell’emergenza prevede complessivamente 6 automediche per l’intero territorio regionale, mentre le indicazioni ministeriali ne consiglierebbero almeno 20, ma al loro posto si è preferito scegliere l’elicottero. Ma questo non può volare con condizioni meteo avverse, come nebbia, nubi basse o vento forte. In tali situazioni, che non sono rare, la comunità si trova priva del soccorso medico avanzato, che è un presidio indispensabile per la salvaguardia della vita umana. Ma anche con condizioni meteo favorevoli l’impiego notturno dell’eliambulanza su distanze inferiori a 70 -80 km si dimostra meno efficace dei mezzi di terra, in quanto sia i tempi di soccorso sia quelli di ospedalizzazione risultano oltremodo allungati, circa il doppio rispetto a quelli assicurati dai mezzi di terra.
 
Ma perché si è voluto creare un sistema che allunga di oltre il doppio i tempi di soccorso e costa 4 milioni di euro l’anno?
 
In tutti i sistemi di emergenza del mondo si investono risorse per abbreviare i tempi di soccorso. Da noi si è fatto il contrario: si è speso di più per arrivare più tardi. Perché?
 
Walter Zalukar
Presidente Associazione Costituzione 32
 

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